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Cultura e tradizione all’ombra di antiche palme

Un’ oasi di splendore e frescura ad appena 23 km dalla città  di Alicante. Il Gran Palmeral, immensa distesa di palme riconosciuta patrimonio dell’Umanità  dall’UNESCO nel 2000, circonda la città  di Elche con i suoi 200 mila esemplari di palme centenarie. Dai cartaginesi ai romani, dagli arabi, fino ai giorni nostri: la storia, i segreti, le curiosità  del
pi๠grande e affascinante palmeto d’Europa.
Città  spagnola inserita per ben due volte dall’Unesco nel Patrimonio mondiale dell’Umanità , Elx in valenciano, Elche in castigliano, ਠil nome del comune di 230.000 abitanti della Comunitat Valenciana che si trova a circa 22 km a sud ovest di Alicante e a 60 da Murcia.

Per conoscere le origini di questa città  occorre iniziare un viaggio a ritroso, prendendo le mosse dal sito preistorico di Alcàºdia, un luogo abitato sin dal neolitico da popolazioni iberiche. Ampliato dai romani che lo chiamarono Ilici Augusta, tra il IX e X secolo l’insediamento fu poi trasferito dagli arabi nell’attuale posizione lungo il fiume
Vinalopà³.

Visitabile a piedi o in bicicletta, la zona urbana del Palmeral de Elche circonda la struttura della città . Su un lato si trova il Parco Municipale, l’area con pi๠spazi verdi che ospita il Mulino reale, il Centro Visitatori e il teatro all’aperto (La Rotonda).

Secondo soltanto ad alcuni palmeti arabi, il Palmeral ਠil pi๠grande palmeto d’Europa; questo immenso territorio ਠformato da centinaia di migliaia di esemplari di origini antichissime perlopi๠della specie Phoenix Dactylifera. La scoperta di reperti fossili in quest’area del mediterraneo fa supporre che la palma abbia origini preistoriche, anche se si attribuisce ai cartaginesi che trovarono a Elche un habitat favorevole, l’avvio delle prime piantagioni. Fu poi sotto il dominio arabo, che il palmeto raggiunse il suo massimo splendore.

Piantate secondo un’architettura rigorosa e irrigate da una rete di canali salmastri, la maggior parte delle piante supera i 20 metri d’altezza e ha compiuto perlomeno un secolo di vita.

Grazie all’ingegnoso sistema d’irrigazione potenziato sotto il califfato di Abd al Rahman, nei secoli la popolazione ha potuto far conto su preziose scorte idriche. Le linee fitte di palme, creando una sorta di barriera a vento e calura, hanno dato vita a un microclima che ha favorito nei secoli diverse colture di cereali, alberi da frutto, erbacee.

Le hembras (piante femmine) producono datteri molto dolci e rinomati che vengono raccolti in inverno con una festa
caratteristica. Circondato da belle ‘dame centenarie’ un imponente esemplare di palma maschio di 175 anni
fa bella mostra di sà© al giardino Huerto del Cura, giardino artistico nazionale all’interno del gran Palmeral: si tratta della cosiddetta Palmera Imperial, una palma a otto braccia, cosଠbattezzata in onore dell’imperatrice Elisabetta di Austria Ungheria che visitಠil giardino nel 1894.

Oltre ai datteri, le palme forniscono i palmizi che, sottoposti a un particolare processo di essiccamento vengono utilizzati nella creazione di ceste e oggetti artigianali. Non solo, i rami di palma sono emblema di due eventi importanti a Elche: la domenica delle Palme (dichiarata Festa di Interesse Turà­stico Internazionale) e i Misteri dell’Elche, considerata una delle pi๠belle rappresentazioni di tradizione orale (dichiarato Patrimonio dell’ Umanità  dall’ UNESCO
nel 2001).

Durante la rappresentazione sacra, che ha luogo il 14 e 15 agosto, un angelo sventola un ramo di palma e poi lo offre alla vergine. Al vecchio ospedale della carità  del XV secolo e al Museo municipale della festa sono conservati apparati scenici di grande interesse e viene mostrata una presentazione virtuale della festa.
Al Museo del Palmeral de Elche, situato nell’Huerto de San Placido ਠnarrata la storia del palmeto. Un percorso che si snoda per quattro sale e illustra le varie tappe di ampliamento e ‘ingegnerizzazione’ del palmeto con audiovisivi e presentazioni interattive. Sono riprodotte le mappe dei giardini e dei sistemi d’irrigazione ed ਠspiegata la struttura biologica delle palme e le diverse tipologie di utilizzo che si fanno delle sue parti fra cui i vari oggetti d’artigianato di
diverse epoche che vi fanno bella mostra. Nel Museo del Palmeral c’ਠil Taller Municipal de Artesanà­a de la Palma Blanca, dove i visitatori possono assistere alla realizzazione dell’intreccio della palma bianca e a tutti gli altri lavori realizzati dal palmerero ufficiale.

L’equilibrio armonioso rimasto intatto fino ai giorni nostri tra i palmeti e l’architettura cittadina ਠuna delle caratteristiche principali di questo sito, un unicum estetico di rara bellezza. La maggior parte dei palmeti sono aree pubbliche. In questa cornice di incredibile bellezza i visitatori possono concedersi un tour per città  di Elche per le stradine del complesso storico arabo detto Vila Murada, dove s’innalza la torre musulmana Calahorra, che faceva
parte della cinta muraria. Sempre nei pressi della cinta, il Palazzo Altamira ospita il Museo Archeologico e Storico di Elche (MAHE). Fuori dalle mura, nella cittadina medievale, si trova il Convento della Mercà© nel cui sottosuolo sono magnificamente conservati i bagni arabi. Per completare la visita a Elche, si consiglia una degustazione delle ricette a base di riso: con coniglio e lumache, pesce e salsa aiolà¬, Arrà²s amb Costra, etc. Il tutto, accompagnato dal vino DOC di Alicante.

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