Il MuVIM fino al 22 febbraio mette in mostra l’esibizione ‘Del Tilt al byte‘ che ripercorre la storia delle macchine per videogiochi di tutte le età . La mostra esamina i giochi che hanno generato un impatto maggiore nei 50 anni del settore. Gli esseri umani, giocando costruiscono la società . Forse non può capire una società senza il gioco e ciò che rappresenta nella socializzazione degli esseri umani.
Il Museo Valenciano di “Illustració i modernità ” allora compie questo sforzo e diventa una autentica “arcade” per ospitare i giochi e le macchine di tutte le epoche in cui giovani e meno giovani potranno giocare di nuovo come bambini.
La mostra ‘Del tilt al byte’ rende conto degli sviluppi tecnologici e creativi fino a otto generazioni di console e riconosce il lavoro degli artisti più importanti dei classici di genere di livello internazionale, dei pionieri fin dagli anni ’70, tra cui ben dieci nomi di Valencia quali José Vicente Pons, Francisco Moya, i fratelli Ferri e Raquel Barros.
La mostra sarà al MuVIM fino al 22 febbraio, e si completa con una serie di attività tra cui si avra’ un incontro di scrittori gioco, un altro gioco per musicisti e una tavola rotonda di riflessione sull’arte e videogiochi. Essa ripercorre le origini del gioco, l’aspetto dei giochi meccanici ed elettromeccanici precedenti e i videogiochi che mostrano come i primi giochi di abilità e destrezza finiscono per diventare, grazie a programmatori, scrittori e artisti grafici, un complesso di mondi dove quasi tutto è possibile.
La selezione comprende una serie di giochi di impatto più sociale ed estetico in questi 50 anni di creatività , dalle sue prime versioni per l’ultimo e più sofisticato MODELLI, insieme a una serie di opere dell’industria valenciana, una delle più importanti e dinamiche in Europa.
La mostra ci invita a scoprire la diversità e la ricchezza di un mondo in continua espansione, un mondo di “ricchezza e la creatività senza limiti”, ha sottolineato il direttore di MuVIM Gregori, la quale finisce “per creare più posti di lavoro e generare più economia”.
Gregori ha spiegato durante l’inagurazione che la mostra è parte della continuità dei due eventi che la precedono. In primo luogo, la recente morte di Ralph Baer, creatore del prima console, e la decisione del Museum of Modern Art di incorporare la prima console di gioco e oggetti museali. La collaborazione in questo progetto dell’ASUPIVA ESAT, l’Associazione valenciana dei collezionisti di flipper e delle macchine ricreative e di produzionee’ stata fondamentale.
Così, ‘Del Tilt il Byte’ è il prodotto di “importanza sociale di un discorso come questo. Non è un prodotto del caso o di un evento, è il prodotto di una preoccupazione per un fenomeno particolare installato nella nostra società .” Secondo Gregori, “non si può capire la cultura in senso antropologico, ma è lo si fa con il gioco.”
“Si potrebbe anche dire che la cultura è solo un modo di intendere il gioco “, ha suggerito ancora Gregori. In particolare, egli ha sottolineato tre caratteristiche: le regole che tutti accettano, trappola e competitività .