La stazione ferroviaria pi๠antica della Spagna si trova a Valencia, anche se fuori servizio dal 2004. E ‘stato il primo nodo ferroviario ad essere stato aperto a Valencia e il terzo ad entrare in servizio nel paese nel 1852, ed ਠancora ancora in piedi nonostante abbia già smesso di lavorare anni fa. La sua storia, e il suo valore (come nel 2003 ਠstato incluso nel Piano Nazionale per i Beni Industriale del Ministero della Cultura) che lo rende unico. Si scopre che per anni non ha bisogno ed ਠsolo non c’ਠpià¹, in mezzo al nulla di fronte a quello che era l’area della Formula 1, guardando capannoni, abbandonati e dimenticati (anche se riabilitato da ADIF nel 2013) di quello che deve essere un momento di fiorente industriale e Valencia.
E’stata costruito nel 1852 e nonostante la sua estetica ਠpiuttosto sobria, funzionale e senza nulla di speciale, questo gioiello architettonico resta ancora in piedi. Si dice che prima dell’apertura nel 1852  ci furono test con una locomotiva soprannominata all’epoca come “La Valenciana”, in grado di raggiungere 75 chilometri all’ora! Questa leggenda si rivelo’ falsa.
La realtà era ben diversa infatti: si raggiungeva all’epoca solo venti chilometri all’ora. Tutto ਠregistrato nei faldoni delle province, dove si dice che il 18 marzo, due locomotive (“La Valenciana” e “setabense”) furono fatte ripetutamente viaggiare tra le due stazioni, portando molte auto, per testare e familiarizzare il personale in quello che doveva essere il solito percorso per la pi๠alta velocità mai vista, ovvero i famosi venti chilometri all’ora!
Gli ospiti d’onore all’inaugurazione furono i duchi di Montpensier che erano a Valencia. Antonio Maria Luis Felipe de Orleans, duca, e sua moglie, l’infanta Maria Luisa Fernanda, sorella della regina Elisabetta II, presiederono i festeggiamenti che coinvolse tutta la città la Domenica 21 Marzo, 1852, Oltre all’arcivescovo, monsignor Garcàa Abella, che benedisse solennemente sia le locomotive sia le strutture .
La ferrovia inizio’ a funzionare tracciando con i suoi sbuffi una linea retta tra frutteti: cosଠoggi ਠancora il percorso che va verso il ponte Turia. Nel Grao fu davvero una grande festa: migliaia di persone erano in attesa, tutti a spingere per vedere arrivare il convoglio, mentre la musica militare suonava nell’aria di festa,  e immancabile come in ogni festa valenciana furono sparati razzi in aria. Il vento sferzava le bandiere che garrivano felici al pasaggio del treno e della rivoluzione industriale. Pochi i residenti dei comuni di mare, tuttavia, che avrebbero potuto fare il viaggio in treno: difatti coloro che erano venuti da Valencia rifiutarono di lasciare il proprio posto. La follia e l’ebbrezza della velocità  li aveva cosi’ conquistati da diventar egoisti.
Queste storie appartegono ad un tempo andato ma entusiasmante che, come canta il nostro Paolo Conte in “Novecento”, fu soffiato via dal vento galvanizzato che “spalancava  tutti i garages e liberava grossi motori entusiamatiÂ…”.